Post-formazione: una chance per crescere (Corriere del Ticino)
Da sempre nel nostro Paese abbiamo una scuola pubblica eccellente che garantisce a tutti le pari opportunità di partenza: è stata questa una grande conquista di cui non possiamo che essere felici. Tutti possono accedere a una formazione di base eccellente e hanno la possibilità di crescere negli studi anche in termini di formazione continua e di post formazione. E’ esattamente quello che sta accadendo a me: dopo la laurea in Scienze politiche a Losanna nel 2002 e diversi anni di lavoro nello Studio Fiduciario di mio padre, ho sentito l’esigenza di un migliorare le mie conoscenze in economia. Eccomi iscritta alla SUPSI. Ho raggiunto il giro di boa del 50% degli esami e mi appresto alla nuotata finale in vista della mia seconda laurea, conseguita a pochi chilometri da casa e in una scuola eccellente. Una scuola nel territorio e per il territorio, con l’85% degli studenti che trova un impiego a un anno dal diploma.
Nella situazione economica incerta in cui si trova l’Europa e di conseguenza noi, con un’economia di scala fortemente influenzata dagli andamenti dei mercati vicini, la nostra scuola è un elemento competitivo di differenziazione formidabile. L’unica materia prima che abbiamo è quella grigia: investiamo e reinvestiamo dunque nell’intelligenza. Soprattutto ora che le imprese sono fortemente sotto pressione: dobbiamo formare i profili di cui abbiamo bisogno potenziando la formazione là dove serve, dal primo passo (l’orientamento professionale che deve rimanere un elemento centrale al servizio dei giovani, anche con un ruolo attive delle aziende) fino alla post formazione universitaria.
Il mondo del lavoro ha definitivamente espulso il concetto di posto fisso. Ogni certificato, diploma e laurea dopo pochi anni richiede di essere integrato con un aggiornamento o una nuova formazione, quindi dobbiamo puntare sulla formazione continua per i lavoratori anche concedendo sempre più incentivi fiscali liberali e ragionati. Infatti, in futuro, chiunque sosterrà corsi di aggiornamento professionale o corsi di riqualifica dovrà poter dedurre tali costi (per un massimo di 12mila franchi) dall’imposta federale diretta e cantonale grazie alla nuova legge federale sul trattamento fiscale delle spese di formazione e perfezionamento professionali che dovrebbe essere realtà dal 2017. Un giusto passo nella giusta direzione, che va percorsa senza esitazioni, anche spingendosi più in là.
Un ultimo elemento che potrei mettere al primo posto, per priorità, nelle politiche di formazione, è legata evidentemente a chi la scuola la anima: buoni docenti fanno un’ottima scuola e motivano gli allievi. Mai perdendo di vista che la bravura di un insegnante non si misura sui ragazzi che sono già bravi in partenza, ma sulla capacità di aiutare chi è in difficoltà e di risollevarlo da un destino che altri credono già segnato. Paghiamoli bene, poniamoli al centro delle nostre attenzioni, diamo loro la possibilità di fare scuola senza che la politica ne influenzi la professionalità. La scuola a tutti i livelli è il primo tassello della nostra cultura come paese civile e rivolto al futuro: ricordiamocelo anche, e soprattutto, nei periodi difficili.
Fonte: Corriere del Ticino del 22 settembre 2015