La voce liberale di Ascona - Dicembre 2016
Se Trump é stato scelto come Presidente dalla maggioranza degli americani per i prossimi quattro anni, significa che l’imprenditore di successo è ormai un modello accettato nella gestione dell’Ente Pubblico. Pertanto l’Azienda, nella concezione attualissima della politica, perlomeno negli USA, può essere un esempio per l’organizzazione dell’ente pubblico. Seguendo questa prospettiva, tenterò un approccio che mi consentirà di trasferirvi il mio pensiero sul tema – quello sì, per noi attualissimo – della gestione controversa del rapporto tra il nostro Comune e il Cantone.
Nel mondo complesso in cui viviamo, l’Azienda è vissuta come un meccanismo che interagisce con altre imprese. Nelle fasi della filiera la prima si occupa di produrre la farina, la seconda di trasformarla in pane e la terza, infine, di venderlo. Le tre imprese descritte, sono interconnesse e tra di loro dialogano per raggiungere lo scopo comune di soddisfare il cliente finale.
Anche il “Comune-Azienda” ha una propria identità: Ascona è diversa da altri Comuni e si muove in un sistema complesso che parte dalle esigenze dei propri cittadini interagendo con il Cantone e con i Comuni più prossimi. Come una normale Azienda, anche il Comune ha come obiettivo finale quello di soddisfare i propri cittadini.
Ora, quello che noto, è che come panettieri siamo messi male. La michetta che ci tocca proporre ai nostri cittadini ha qualcosa che non va. È ancora buona ma non più come prima. Nella nostra filiera qualcosa non funziona più, qualcosa si é inceppato e si è interrotto un flusso virtuoso. E la colpa non è nostra. La colpa è di qualcuno che a Bellinzona ha preso troppo sul serio i dettami del management aziendale e quindi ha deciso di scaricare le responsabilità e la maggior parte dei costi della filiera sui gestori ultimi della cosa pubblica, e cioè i Comuni. È un po’ come se ci avessero chiesto “fate il pane con meno farina, oppure con una materia prima di pessima qualità”. Certo, possiamo fare qualcosa, ma scusateci se la consistenza e il gusto cambieranno, scusateci se i clienti finali, i cittadini, non saranno più contenti.
La manovra di misure per il riequilibrio delle finanze cantonali ha quale obiettivo di permettere al Cantone un sostanziale pareggio del proprio bilancio a partire dall’esercizio 2018.
Questo pacchetto, che, come più volte ribadito dal Cantone, doveva risultare neutro per i Comuni, di fatto ha pesantemente inciso sui conti del Comune di Ascona.
Il principale motivo per cui il nostro Comune risulta essere penalizzato è dovuto alla decisione di cessare in modo definitivo il riversamento ai Comuni della tassa sugli utili immobiliari (TUI) a partire dal primo gennaio 2017 e a nuovi contributi per un aggravio totale di CHF 1’115’891.-
Aumenterà anche il fondo di livellamento (CHF 250’000.-), il contributo alle case per anziani e i servizi di cure a domicilio (CHF 584’000.-) , nonché l’assistenza (CHF 50’000.-) e verranno a mancare CHF 817’000.- a causa della nuova legge tributaria. Riassumendo negli ultimi due mesi sono venuti a mancare circa CHF 2’800’000.-
Da parte mia, credo che il meccanismo pubblico abbia poco a che fare con la cultura manageriale, e credo anzi che un Comune debba poter contare su un’ottima cultura amministrativa pubblica che si basa soprattutto sul dialogo tra tutti gli attori coinvolti verso il soddisfacimento del cittadino.
A Bellinzona dovrebbero capire che se continuiamo a proporre pane scarso, ad un certo punto i clienti passeranno ad altra pietanza ed anche i nostri interlocutori, produttori della farina che oggi ci viene negata, avranno dei problemi