Art Brut swiss made
L’arte che si ignora, che non conosce il proprio nome, prodotta dall’ebbrezza creativa senza alcuna destinazione.
Un’arte sciolta dai vincoli della tradizione, un’arte alienata prodotta da individui ai margini della società, o comunque estranei al sistema-arte.
(Jean Dubuffet)
Il 13 luglio 2018 alle ore 18.30, il Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona inaugura la mostra L’Art Brut made in Swiss, pensata e prodotta dalla Collection d’Art Brut di Losanna come mostra itinerante, con l’intento di far meglio conoscere la propria collezione in tutte le regioni linguistiche della Svizzera. Il Museo di Ascona curerà la prima e unica tappa in Ticino di questa straordinaria esposizione, con più di 130 opere di 21 tra i più significativi esponenti svizzeri di Art Brut. La mostra proseguirà alla volta di Arau.
La collezione, donata nel 1971 da Jean Dubuffet alla città di Losanna, è la più rappresentativa di quella forma d’arte “grezza”, primordiale, fondata sull’inventiva libera, dissidente, sovversiva, nata dall’inconscio di personalità marginali non condizionate da stereotipi o pregiudizi, autodidatte e senza cultura artistica. Di quei lavori in cui Jean Dubuffet individua l’origine primaria della creatività, quell’arte pre-categoriale, in cui conscio e inconscio, fisico e psichico non trova discernimento, lavori “creati dalla solitudine e da impulsi creativi puri e autentici – dove le preoccupazioni della concorrenza, l’acclamazione e la promozione sociale non interferiscono – sono, proprio a causa di questo, più preziosi delle produzioni dei professionisti„ (Jean Dubuffet, Place à l’incivisme, 1987).
Già prima della donazione della sua collezione alla città di Losanna, Jean Dubuffet si avvicina alla Svizzera, inizialmente per rapporti personali e di amicizia nati a Parigi negli anni ‘20. Durante i suoi viaggi, in particolare a Losanna, inizia a dedicare attenzione e ricerca alle opere e alle creazioni di pazienti ricoverati negli ospedali elvetici, situati ai margini della cultura ufficiale e d’élite.
Dubuffet, che inizia nel 1942 a “mettere in discussione i riti culturali e cercare un’arte meno controllata da standard fissi”, stabilisce in quegli anni stretti legami con artisti, medici e psichiatri svizzeri che mostrano un approccio innovativo, fino a fondare, nel ’45, la “Compagnie de l’Art Brut”, che organizza mostre e pubblicazioni sugli artisti sconosciuti e “fuori dal sistema”.
La Svizzera, agli occhi di Dubuffet, si presenta come uno spazio aperto a menti ribelli e non convenzionali, in cui riecheggia il suo rifiuto della cultura d’élite e del parigismo. E Losanna, città francofona dove ha incontrato l’artista Aloïse Corbaz, gli pare la città ideale per ospitare la futura Collezione di Art Brut, che diventerà un’istituzione pubblica, interamente dedicata alla presentazione, allo studio e alla conservazione di queste opere estranee a qualsiasi forma di condizionamento culturale.
Tra le opere che verranno ospitate ad Ascona, ci saranno i lavori dei principali esponenti dell’Art Brut svizzera come Aloïse Corbaz, Adolf Wölfli e Heinrich Anton Müller o i meno conosciuti o più recenti come Gaston Teuscher, Hans Krüsi e Diego.
La mostra, in programma dal 13 luglio al 21 ottobre al Museo di Ascona, verrà accompagnata da eventi collaterali organizzati in collaborazione con la Fondazione Monte Verità.
Dal 13 al 15 settembre sono in programma al Monte incontri, proiezioni, laboratori dedicati all’Art Brut, peraltro egregiamente rappresentata nel Museo di Casa Anatta con la sala dedicata a Armand Schulthess.
Dopo il Progetto Arte e Perturbante, che ha visto emergere la sinergia tra Monte Verità e Museo di Ascona, l’Art Brut sarà una nuova occasione di lavoro insieme.