Riforma fiscale e sociale da sostenere (CDT, 17.04.2018)

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Osservando l’attuale dibattito sulla riforma fiscale e sociale in votazione il prossimo 29 aprile, mi sembra di fare un viaggio indietro nel tempo, quando il mondo era ancora diviso in due dal muro di Berlino. Sì, perché nel 2018 mi sembra inconcepibile che di fronte a un patto così equilibrato approvato dal 70% del nostro Parlamento cantonale e da una buona parte della sinistra, vi siano resistenze ideologiche degne della migliore guerra fredda. “Non facciamo regali ai ricchi!”, “La socialità in ostaggio!” sono gli slogan che vanno per la maggiore nel gruppo dei soliti scontenti. Ma questo non corrisponde alla realtà dato che siamo chiamati a votare su un patto sociale di grande importanza che può contare su una larga accettazione. Numerose associazioni si sono schierate pubblicamente a favore della riforma; cito, ad esempio, i sindacati OCST e VPOD, la Federazione associazioni femminili ticinesi, la Federazione ticinese famiglie diurne, l’Associazione ticinese delle strutture d’accoglienza per l’infanzia, i Gruppi di operatrici asili nido, l’Associazione Dialogare-Incontri e la Pro Infirmis Ticino e Moesano. Associazioni che sono notoriamente attive nella socialità e per la tutela dei lavoratori. La ragione del loro appoggio sta nelle misure sociali incluse nel pacchetto ma che non entreranno in vigore se il responso delle urne dovesse essere negativo. Sarebbe un vero peccato rinunciare a queste misure e dover ricominciare daccapo senza la certezza di riuscire in un secondo esercizio che si rivelerebbe probabilmente una missione impossibile. Meglio quindi portare a casa l’assegno parentale di 3’000 franchi e gli ulteriori aiuti finanziari quali la riduzione delle rette alle famiglie che collocano i figli presso un nido dell’infanzia, doposcuola o famiglie diurne e gli aiuti ai familiari curanti, che mandare tutto all’aria per motivi ideologici e soprattutto senza offrire alcuna alternativa concreta.

Non dimentichiamo inoltre che un noto economista di casa nostra ha recentemente dichiarato che “…il sistema fiscale ticinese è il più sociale in Svizzera. A livello fiscale il Ticino viene riportato nella media svizzera. Non è assolutamente un regalo ai ricchi e alle aziende: è una riforma che crea le condizioni quadro per consentire, a medio termine, il rilancio dell’economia ticinese. Fa parte di una strategia di lungo periodo di riforma fiscale. È un primo scalino da vedere nell’ambito di un progetto più ampio.”

Ecco delle ottime ragioni per votare sì il prossimo 29 aprile.

 
Visiva