Cosa farei se fossi eletta
Me lo chiedono di continuo. A volte per provocarmi, a volte invece per davvero: “Qual è la prima cosa che faresti se venissi eletta?”. Bene. Farei la cosa più semplice e più difficile al tempo stesso. Farei amicizia; amicizia con i parlamentari, con gli uscieri di Palazzo, con i giornalisti, con tutti. Non quel tipo di amicizia per uscire a bere una birra, bensì quell’altro tipo, quello più difficile e che ti serve per farti ascoltare. Non serve avere delle idee, se poi nessuno ti ascolta. Io credo che la politica – prima ancora di avere delle idee – sia la capacità di creare consenso, ma per creare consenso bisogna – appunto – riuscire a farsi ascoltare. Le mie idee sono per forza di cose quelle del partito in cui mi identifico. Sono liberale – con le sfumature che ognuno ha – ma sono liberale. E vorrei essere una liberale capace di convincere anche altre persone di altri schieramenti a seguirmi su determinati dossier, soprattutto quelli che conosco meglio e sui quali credo di avere qualcosa da dire. Diffidate da chi pretende di avere sempre ragione. Diffidate da chi vede negli altri partiti il nemico. Gli “altri” sono solo cervelli diversi con idee diverse dettate da esperienze di vita diverse. L’’ho già detto e scritto. È inutile arroccarsi su posizioni ideologiche. È più utile ascoltare gli altri e farsi ascoltare. Capirsi, accettarsi, mediare. Cercare un compromesso per il bene di tutti. Questo è il mio approccio. Questa deve essere la politica.